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Accusato lo stalker di Lara Comi: non si potrà avvicinare a meno di 500 metri

Una persecuzione durata anni e intervallata da otto denunce. Tempi lunghi, troppo lunghi rileva l’eurodeputata, “anche perché durante questo periodo non si sa come reagisce lo stalker: molte donne si scoraggiano”.
A cura di Redazione
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Lara Com,i (@LaPresse).
Lara Com,i (@LaPresse).

Telefonate, sms, "visite" fuori casa e poi, finalmente, il provvedimento del giudice, che ha ordinato il divieto di avvicinamento. La storia di stalking denunciata dall'eurodeputata di Forza Italia Lara Comi inizia mesi fa, quando – durante la campagna elettorale – un uomo ha cominciato a molestarla. Lo stalker chiama in ufficio, la segue ai comizi e, dopo un paio di anni, tre volte si presenta fuori casa. Come riferito dalla Comi, il soggetto giustificava la sua condotta come "voluta da Dio", il cui messaggio includeva anche la necessità di "ingravidare" e avere una famiglia con l'eurodeputata. A quel punto la vittima presenta denuncia e, dopo questa, ne seguono altre sette.

Segue l'arresto dell'uomo e l'attesa della sentenza che è arrivata soltanto in questi giorni: il divieto di avvicinarsi a meno di 500 metri dall'eurodeputata. La Comi spiega che, prima di arrivare alla denuncia, ha provato a parlare all'uomo. Gli sms potevano rivelare un'infatuazione i cui effetti, nella speranza della vittima, potevano essere respinti con il dialogo. Tra i messaggi: "Sto bruciando di desiderio per te amore mio", "Sei meravigliosa bimba dolcissima" e "tu sei il mio paradiso terrestre". Tentativo, quello del dialogo, che purtroppo non ha prodotto risultati.

Restano le otto denunce e tempi estremamente lunghi per arrivare ad una sentenza. "Non si può arrivare a un tot di denunce prima di arrivare ad un provvedimento – spiega la Comi al Corriere – anche perché in quel lasso di tempo non si come reagisce la persona". Basta anche una sola denuncia e dopo "non sai come può reagire". Una lentezza molto pericolosa anche perché, seguita l'eurodeputata, dopo la prima denuncia, le vittime "a volte si scoraggiano e non denunciano più".

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