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Accordo sul nucleare a rischio, Iran: “Non trasferiremo uranio in Russia”

Il capo negoziatore iraniano, Abbas Araqchi, ha escluso che Teheran possa accettare di immagazzinare le sue scorte di uranio arricchito all’estero, come richiesto dai negoziatori occidentali, ma si è detto fiducioso per un accordo sul programma nucleare.
A cura di Susanna Picone
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A poche ore dalla scadenza del termine per un accordo sul nucleare l’Iran mette in dubbio il successo delle trattative rimettendo in discussione uno degli elementi critici dell'accordo e cioè la disponibilità di Teheran al trasferimento in Russia del proprio combustibile nucleare. A riportare la notizia è il New York Times. “L'esportazione di scorte di uranio arricchito non è nel nostro programma e non intendiamo inviarle all'estero”, è quanto ha dichiarato il capo negoziatore iraniano Abbas Araghchi. Ma l’accordo, ha aggiunto, resta “fattibile”. Sul programma nucleare iraniano si tenta la stretta finale alla vigilia della scadenza del 31 marzo per un accordo tra Teheran e i 5+1 (i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu più la Germania). Questa mattina, nella prima sessione plenaria, il segretario di Stato Usa, John Kerry, i ministri degli Esteri di Germania, Frank-Walter Steinmeier, Francia, Laurent Fabius, Gran Bretagna, Philip Hammond, Russia, Serghei Lavrov, Cina, Wang Yi, insieme all’alto rappresentante della politica estera dell'Ue, Federica Mogherini, incontreranno il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif.

“L'invio all'estero di uranio arricchito non è nel nostro programma, questo è fuori questione”, ha affermato qualche ora fa il capo negoziatore iraniano riferendosi appunto alla possibilità di trasferirlo in Russia. “Siamo qui perché crediamo che un accordo si possa raggiungere ma deve essere un'intesa che porta l'atomica fuori dalla portata dell'Iran. Su questo non ci può essere compromesso”, ha detto invece il ministro  britannico Hammond. Intanto, mentre i negoziatori lottano contro il tempo per raggiungere l’intesa, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha denunciato il profilarsi di un “pericoloso accordo” che conferma tutte le sue preoccupazioni israeliane e che “sarà anche peggiore di quanto Israele ha finora temuto”.

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