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Acciaierie di Terni, salta l’accordo: parte la mobilità per 550 addetti

Sfumato l’accordo tra ThyssenKrupp e sindacati per l’Ast di Terni. Renzi: “Sono molto preoccupato ma continueremo a insistere”.
A cura di Antonio Palma
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Dopo intense trattative tra azienda e sindacati e anche l'intervento del governo, purtroppo è arrivata una fumata nera per le Acciaierie Speciali Terni. L'accordo tra le parti infatti è sfumato e l’azienda ha già annunciato ufficialmente ai sindacati di categoria l’avvio della procedure di mobilità per 550 lavoratori dell’acciaieria. La decisione, spiega l'azienda, "è stata presa in relazione alla nota crisi del mercato siderurgico, alle gravi ricadute produttive, all’ottimizzazione dei costi e al piano presentato il 17 luglio scorso". Insieme a questa decisione cancellati dal primo ottobre anche tutti gli accordi di secondo livello che comporterà una riduzione del 20% degli stipendi. Dopo il lungo braccio di ferro lo stop era nell'area visto che sia il sindacato che la ThyssenKrupp, socio unico dell'azienda, avevano rigettato la mediazione del Governo.

La mediazione del governo per le Acciaierie di Terni

Il testo di mediazione del Governo è stato definito insufficiente dai sindacati. "Nel testo non sono state accolte le richieste delle organizzazioni sindacali, in particolare sul costo del lavoro e sul numero degli esuberi" ha sottolineato Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm. Immediata è stata la mobilitazione dei dipendenti con uno sciopero, un presidio delle portinerie e una manifestazione davanti alla prefettura che poi si è diretta verso la stazione di Terni.  "Sono molto preoccupato, la proposta di mediazione del Governo non è stata accolta, le parti sono ancora troppo lontane" ha confermato il Premier Renzi, assicurando però che "ci sono tre mesi davanti di discussione" durante i quali il governo cercherà una soluzione. "Sono reduce da una trattativa andata male, ma non abbandoniamo e continueremo a insistere" ha ribadito anche il sottosegretario Graziano Delrio.

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