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Abusava dei giovani seminaristi, sacerdote “nascosto” in una parrocchia di Genova

Padre Carlos Buela, “condannato” da papa Francesco ad una vita di orazione e penitenza per aver abusato sessualmente di altri uomini, ha scelto di risiedere in Italia.
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Padre Carlos Buela
Padre Carlos Buela

L’arcidiocesi di Genova, guidata dal presidente dei vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco, ospita un sacerdote argentino al centro di un grande scandalo nel suo Paese. Padre Carlos Buela, fondatore dell’Istituto religioso del Verbo Incarnato, presente con sue sedi in trenta Stati del mondo, è infatti accusato di violenze sessuali su diversi seminaristi dell’ordine da lui creato.

Il caso è stato sollevato dalla Rete l’Abuso, presieduta da Francesco Zanardi, da anni attiva nello “scovare” sacerdoti pedofili in Italia e nel mondo, che punta il dito contro papa Francesco, visto che gli abusi sarebbero avvenuti nel periodo in cui l’allora cardinale Bergoglio era alla guida della conferenza episcopale argentina.

Dal 2013 padre Buela risiederebbe nella parrocchia di San Teodoro, con l’ordine di vivere in preghiera ed in penitenza per disposizione diretta di papa Francesco, il quale ha comunque voluto allontanare il sacerdote dalle sue frequentazioni abituali. Lo scorso 16 dicembre, infatti, la Santa Sede ha notificato all’ordine fondato da padre Buela che “per disposizione espressa di papa Francesco” i vertici dell’ordine stesso dovranno essere affiancati da consiglieri nominati direttamente dal Santo Padre, che fungeranno da controllori, vista la bufera in cui l’ordine è finito.

Gravi le accuse che hanno pesato su padre Carlo Buela: “abuso di coscienza, abuso di autorità e abuso sessuale” scrive la Congregazione vaticana per il Clero. “Poiché lo stesso non ha seguito le disposizioni di Benedetto XVI dell’anno 2010, dove si chiedeva che Buela si mantenesse ai margini dell’Istituto – si legge ancora – per indicazione di Papa Francesco, tenendo in conto l’età avanzata e lo stato di salute di padre Buela, si dispone che il padre si ritiri ad una vita di orazione e penitenza, rinunciando a qualsiasi ministero pubblico”.

La Chiesa cattolica nega che su padre Buela pendano denunce di abusi sessuali su minori, ma prende atto che lo stesso è accusato di “azioni sessuali nei confronti di religiosi e seminaristi dell’istituto”. La Congregazione per il Clero ha verificato la veridicità di queste denunce “e la imputabilità di padre Buela rispetto a comportamenti impropri con persone di maggiore età.” Uno dei seminaristi che ha denunciato padre Buela ha, però, chiarito alla stampa argentina che si tratta di “una verità a metà: non si conoscono al momento denunce di minori, ma ci sono almeno una dozzina di casi di adulti assolutamente vulnerabili, visto che avevano una sudditanza psicologica o che erano diretti spiritualmente da padre Buela.”

Questo nuovo ciclone segue di pochi mesi lo “scandalo Provolo” dal nome dell’istituto per sordomuti nelle cui sedi argentine (e non solo) avvenivano abusi su minori da parte di sacerdoti che venivano puntualmente coperti dai loro superiori gerarchici attraverso spostamenti di sede in sede. Un caso che ha portato all’arresto di un prete che per molti anni aveva lavorato nella casa madre dell’istituto, a Verona, in Italia e che sta scuotendo da mesi l’opinione pubblica del Paese sudamericano.

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