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Abusata per 9 anni in una casa degli orrori, si libera e ci torna in villeggiatura

L’incredibile storia di Natascha Kampusch, costretta a vivere per 9 anni in un sottoscala subendo umiliazioni quotidiane. Una volta liberata, tuttavia, ha deciso di tornare nella casa degli orrori in villeggiatura.
A cura di D. F.
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Può una casa dove sono stati commessi atroci abusi diventare una residenza di villeggiatura? Sì, a quanto pare, tanto che  Natascha Kampusch – rapita da piccola e sottoposta per 9 anni a violenze e umiliazioni continue – ha deciso di trasformare l'edificio che a lungo è stata la sua prigione in un luogo dove trascorrere i weekend, prendendosi cura del giardino e del mobilio. La vicenda è stata raccontata dal Dailymail: Natasha, 28 anni, venne rapita quando era una bambina da Wolfgang Priklopil, uno squilibrato mentale che per nove anni la costrinse a vivere reclusa in un sottoscala segreto della sua casa appena fuori Vienna. Il 23 agosto 2006 l'incubo della giovane finì: approfittando di un momento di distrazione del suo aguzzino la ragazza riuscì a fuggire per sempre da quei luoghi dell’orrore. Priklopil, disperato, si suicidò gettandosi sotto un treno.

Ebbene, alcuni giorni fa la tv britannica ha mandato in onda un documentario sulla casa degli orrori: guida della giornalista Rahni Sadler di Channel Seven proprio Natascha Kampusch: "In qualche modo per me ha funzionato come una terapia poter continuare a venire qui dentro. C’era il lato oscuro di una personalità schizofrenica senza coscienza, ma anche una parte diversa, di chi voleva apparire una bella persona, un figlio coraggioso". Recentemente la Kampusch ha anche ricordato i dettagli della sua fuga. Priklopil le aveva ordinato di pulire la macchina, perché la voleva vendere. "Quel giorno avrei potuto mangiare un cavallo intero. Avevo preparato dei sandwich per la sua colazione ma per me non era rimasto nulla. Alle 12,56 lui riceve una telefonata sul cellulare e si allontana perché non riusciva a sentire bene. A quel punto decido di correre verso il cancello, l’unica volta che non era chiuso con i soliti oggetti pesanti. Alle 12,58 stavo fuori, avevo di nuovo la mia libertà. Ero finalmente riuscita a mettere fine a quell’orrore iniziato nel marzo del ‘98 mentre andavo a scuola".

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