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A Viareggio la Rai censura i familiari delle vittime della strage

I parenti delle 32 persone che persero la vita a seguito del disastro ferroviario del 29 giugno 2009 volevano leggere una lettera – di 30 secondi – durante la diretta del carnevale di Viareggio.
A cura di Davide Falcioni
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In occasione del Carnevale di Viareggio, trasmesso dalla Rai, i familiari delle vittime della strage ferroviaria che costò la vita a 32 persone avevano chiesto di poter leggere un messaggio. Dalla Rai e dagli organizzatori del carnevale era arrivato dapprima un sì, poi un in incomprensibile rifiuto, dettato nientemeno che dall'esigenza di non turbare la campagna elettorale. "Avevamo fatto la richiesta alla Fondazione del Carnevale e alla Rai per avere uno spazio di un minuto poi ridotto a trenta secondi – spiega Daniela Rombi –. Sembrava non ci fossero problemi, ma poi ci hanno risposto che c’erano le elezioni e non sarebbe stato possibile. Insomma, i nostri morti in tv non valgono neppure un secondo".

Ma cosa volevano dire i familiari delle vittime? Ecco una parte del testo: "Abbiamo ancora bisogno di voi: tra poco inizierà l'udienza preliminare del processo per il disastro ferroviario di quattro anni fa. Per ottenere verità, giustizia e sicurezza è necessario che gli amministratori delegati delle nove società coinvolte e i trentadue imputati affrontino un giusto processo. In modo che il sistema che ha prodotto questa strage venga ripulito". Nulla di scandaloso. Anzi, la richiesta di un processo regolare dovrebbe apparire come una cosa ovvia da parte di chi ha perduto amici e familiari. Così il rifiuto della "messa in onda" ha indotto i parenti delle vittima a manifestare lungo i viali nei quali, nel frattempo, sfilavano i carri allegorici, diffondendo 1500 copie del testo che avrebbero voluto leggere in diretta. "Tutte le persone e ci hanno manifestato solidarietà – dicono i familiari delle vittime – e hanno capito che non volevamo rovinare la festa, ma solo spendere pochi secondi per ricordare quella strage e soprattutto cercare di fare il possibile perché una tragedia del genere non accada mai più".

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