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A sbloccare l’Italia saranno (di nuovo) i commissari straordinari

Dalle ferrovie al dissesto idrogeologico, fino a Bagnoli: la soluzione per il Governo risiede nella nomina di nuovi commissari straordinari. E nel decreto Sblocca Italia spunta anche il piano inceneritori: saranno siti di interesse strategico nazionale.
A cura di Antonio Musella
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La figura del commissario straordinario, nominato dal governo, permette di andare in deroga a decine di leggi, superare i vincoli ed assegnare gli appalti anche senza gara. L'utilizzo della figura dei commissari straordinari ha caratterizzato diverse stagioni recenti del paese ed ha interessato diversi contesti, dai grandi eventi alle calamità passando le emergenze registrate su alcuni territori. In numerose occasioni l'opera dei commissari straordinari è finita nelle aule dei tribunali. Dalla ricostruzione post terremoto in Abruzzo al G8 de L'Aquila, dai mondiali di nuoto di Roma all'emergenza rifiuti in Campania, i grandi commissariati straordinari hanno coperto gigantesche truffe ed illeciti ai danni della collettività, che hanno prodotto a loro volta gravi danni sui territori. Il decreto Sblocca Italia è caratterizzato dal ritorno dell'utilizzo dei poteri in deroga dei commissari straordinari rispetto a diverse questioni.

SBLOCCA ITALIA – SPECIALE

Le ferrovie – Si comincia proprio con le grandi opere a partire da quelle che riguardano le ferrovie. Per la tratta dell'alta velocità Napoli – Bari e per la linea Palermo – Catania – Messina, è stato nominato un commissario straordinario. Sarà Michele Mario Elia, ovvero l'amministratore delegato di Trenitalia, già ai vertici della Rfi spa, la società proprietaria della rete ferroviaria, che avrebbe dovuto agevolare proprio la realizzazione di queste due opere essendone il soggetto attuatore. Invece, la Napoli-Bari ha visto l'apertura di un solo cantiere, mentre per le ferrovie siciliane in alcuni lotti siamo ancora alla fase di progettazione. Ora Elia da commissario straordinario è chiamato a cantierizzare le opere entro il 31 dicembre 2014.

Il dissesto idrogeologico – Nello Sblocca Italia un capitolo viene dedicato al dissesto idrogeologico. L'articolo 6 del decreto prevede l'annullamento di tutti i finanziamenti che il governo centrale ha concesso a regioni e comuni per opere di contrasto al dissesto idrogeologico che non sono state ancora utilizzate. Queste risorse andranno a costituire un fondo unico presso il Ministero dell'Ambiente, che metterà a gara le opere secondo criteri fissati da un successivo decreto della presidenza del consiglio dei ministri. In pratica, il governo accentra su di se la governance delle opere tagliando fuori regioni e comuni. Per le opere necessarie ad impedire le multe dell'Unione Europea che pendono sul nostro paese in materia di depurazione delle acque, il comma 4 dell'articolo 6 definisce la nomina di commissari straordinari nominati dal governo. Come è possibile verificare dall'elenco ufficiale, ad oggi sono almeno 5 le infrazioni riscontrate dall'Unione Europea nei confronti del nostro paese che riguardano nell'ambito delle materie ambientali, la depurazione delle acque.

Pagano gli italiani – A pagare saremo noi. Infatti i fondi per l'istituzione dei commissariati straordinari per il dissesto idrogeologico saranno co-finanziati dai gestori dei servizi idrici locali che si avvarranno sulle tariffe per le utenze, come stabilito dal comma 5 dell'articolo 6. In pratica, pagheremo con le nostre bollette dell'acqua i commissari straordinari. Ma anche sulle autostrade le norme dello Sblocca Italia mettono le mani nelle tasche degli italiani. L'articolo 4 del decreto al comma 2 prevede che nelle opere autostradali interessate dalle agevolazioni dello Sblocca Italia, il concessionario delle opere, quindi l'azienda privata che ha presentato il project financing, dovendo aumentare la sua quota di partecipazione all'opera, può rivalersi sulle tariffe autostradali.

Bagnoli – Il quartiere di Bagnoli a Napoli è teatro di un disastro ambientale tra i più rilevanti in Italia. Dapprima per l'inquinamento prodotto dalle acciaierie di stato e poi per le bonifiche – truffa fatte successivamente con la complicità degli enti locali e del Ministero dell'Ambiente. La magistratura ha chiuso da alcuni mesi l'inchiesta sulla mancata bonifica di Bagnoli e lo scorso 14 agosto il premier Renzi è arrivato a Napoli per annunciare lo "sblocco" dei lavori di riqualificazione. Ed infatti all'articolo 51 dello "Sblocca Italia" per Bagnoli viene sancita la nomina di un commissario straordinario di governo che dovrà procedere al coordinamento delle opere e di un soggetto attuatore della bonifica. In pratica l'azienda che riqualificherà Bagnoli sarà decisa dal governo. Attualmente il soggetto attuatore della bonifica è la Sogesid spa, società del Ministero dell'Ambiente finita al centro di diverse inchieste giudiziarie.

Il piano inceneritori – La questione degli impianti di smaltimento per i rifiuti è da diversi anni questione controversa che contrappone gli schieramenti politici. La costruzione degli inceneritori rappresenta in tutta Italia motivo di proteste e manifestazioni da parte dei cittadini preoccupati per le diossine immesse nell'aria dagli impianti. Il governo Renzi sembra aver deciso in maniera chiara da che parte stare. L'articolo 10 del decreto Sblocca Italia infatti sancisce entro 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto la presentazione di un piano per la costruzione di inceneritori in tutta Italia. Una volta definiti i luoghi di costruzione, i cantieri diventeranno siti di interesse strategico nazionale. La scelta ricorda ciò che il governo Berlusconi fece con la legge 123 sull'emergenza rifiuti in Campania utilizzando l'esercito per presidiare i siti di interesse strategico.

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