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A(s)soli Giovani: più spazio per i nuovi talenti della scena (VIDEO)

Abbiamo seguito la rassegna teatrale A(s)soli Giovani, un festival dedicato alle compagnie under 35, ospitato nella storica sede di sala Assoli e realizzato con il sostengo dell’Assessorato ai Giovani.
A cura di Andrea Esposito
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A(s)soli giovani è una rassegna di teatro rivolta alle giovani compagnie organizzata in collaborazione con l’Assessorato ai Giovani e Politiche giovanili, Creatività e Innovazione del Comune di Napoli e l’Associazione Assoli. Dal 14 al 26 giugno scorsi la storica Sala di Vico Lungo Teatro Nuovo ha ospitato quattro spettacoli, “Condannato a morte – the punk version”, “Gang Bang”, “Disturbo?” e “Quell’ultima corsa” che vi documentiamo con un videoservizio ricco di immagini e interviste.

Diamo ora una scorsa ai quattro progetti, selezionati dall’organizzatrice della rassegna Maria Emma Di Lorenzo: il primo, “Condannato a morte – the punk version”, prodotto da Avamposto Teatro, è uno spettacolo scritto e diretto da Davide Sacco che, con i suoi 24 anni, è il più giovane regista della rassegna. Tratto da “L’ultimo giorno di un condannato a morte”, di Victor Hugo lo spettacolo, come suggerisce il titolo, ripercorre gli ultimi momenti di vita di un prigioniero del carcere di Bicêtre. A dare corpo e voce ai vari personaggi del testo un attore solo, Orazio Cerino, la cui performance risalta per impegno e intensità. Anche l’adattamento, realizzato da Sacco, appare abbastanza convincente benché la regia sia un pò da rivedere. Buona l’intuizione di coinvolgere il pubblico facendolo accomodare tutt’intorno alla gabbia, presente sulla scena, ma troppo macchinoso e lento lo svolgimento.

Il secondo spettacolo, “Gang Bang” è anch’esso un adattamento, liberamente ispirato all’omonimo libro di Chuck Palahniuk, a firma di Fabio Pisano che ne cura anche la regia. In scena Francesca Borriero, Roberto Ingenito, Pietro Juliano e Edoardo Sorgente. Protagonista, assente, dello spettacolo è la famosa porno star Cassie Wright impegnata a realizzare il record di giacere in un solo film con 600 uomini. La vicenda è ambientata in una sorta di sala d’attesa, una grande placenta secondo l’idea scenografica, in cui tre “attori” aspettano seminudi il loro turno e mano a mano che il tempo passa, rivelano insospettabili legami con la nota porno star. I dialoghi sono taglienti e il ritmo, almeno nella prima parte, è sostenuto dall'incombenza della chiamata sul set da parte dell’assistente di Cassie Wright, la temibile Sheila. Gli attori sono bravi e riescono ad aprire interessanti squarci di disperazione all'interno di contesto, come quello del porno, sempre più presente e domestico.

“Disturbo?”, prodotto da GAG e K-T’ Serv, è uno spettacolo collettivo di Domenico Carbone, Claudia Esposito, Paolo Gentile, Giuseppe Fiscariello, Emanuela Iusto, Valerio Lombardi, Nicola Narciso. La regia è di Giuseppe Fiscariello. “Disturbo?” è un lavoro molto originale che riflette in modo leggero su alcuni dei disturbi psichiatrici più diffusi, tra cui: l’aritmomania, la mania di controllo, l’ipocondira. Sei pazienti attendono, anch’essi in una sorta di sala d’attesa, l’arrivo di un dottore che promette miracoli nella cura di queste patologie. Un imprevisto però lo trattiene, almeno in apparenza, in aeroporto e i sei pazienti sono costretti a costituire un gruppo di auto-aiuto, inscenando delle sedute fai-da-te. Comico seppur con molti risvolti dolenti lo spettacolo è divertente e colorato: l’impianto scenico prevede una grosso tabellone del monopoli pieno di luci che gli attori utilizzano come diversivo durante l’attesa.

Ultimo, in ordine di programmazione, è lo spettacolo del gruppo “Naviganti inversi” intitolato “Quell’ultima corsa”. Anche questo lavoro è un adattamento da un testo, peraltro molto duro, “Sunset Limited”, di uno dei più grandi autori americani contemporanei, Cormac McCarthy, realizzato dal regista Marco Serra. Gli interpreti sono Maurizio D. Capuano e Francesco S. Esposito. “Quell’ultima corsa” è la metafora di un’esistenza diversa, “da comparse”, che i due protagonisti scelgono in opposizione a un mondo che rifiutano: frenetico e ossessionato dalla comunicazione.

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