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A Piacenza un asilo aperto ai bambini di 3 anni e agli anziani di 90

Si trova a Piacenza un progetto di educazione intergenerazionale a cui partecipano bambini e anziani.
A cura di Davide Falcioni
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Gli anziani nelle case di riposo, i bambini piccoli nelle scuole materne. E' così che è ha funzionato, ed è ancora così che in larga parte funziona tuttora, ma a Piacenza è stato avviato un progetto sperimentale assai interessante che punta a scardinare alcune solidissime abitudini: si tratta dell'educazione intergenerazionale, un progetto che mette insieme vecchi e bambini in attività laboratoriali e didattiche con reciproca soddisfazione. Nella città emiliana l'esperimento sembra andare a gonfie vele. Come racconta Repubblica, i piccoli frequentatori di un asilo nido e gli anziani ospiti di un ospizio condividono spazi e momenti della giornata in cui, attraverso uno scambio di affinità non formale, partecipano insieme ad attività di cucina, di storytelling, di educazione.

"Si creano occasioni di incontro, come la cucina, la pittura, la lettura, in cui le età si mescolino, le generazioni si fondano, partendo dalla constatazione che gli anziani e i bambini insieme stanno bene, e imparano gli uni dagli altri" racconta Elena Giagosti, coordinatrice del progetto che l'Unicoop di Piacenza sta portando avanti da alcuni anni: una bella e spaziosa struttura moderna di acciaio e  vetro, con finestre luminose sul verde, ampi e colorati spazi che ospitano circa 80 anziani e un nido per 40 bambini dai tre mesi ai tre anni. Le due generazioni usufruiscono ovviamente spazi separati, anche se ce ne sono alcuni in comune sovente utilizzati.

Valentina Suzzani, responsabile pedagogica dell'asilo, spiega come per i più piccoli gli anziani diventino amici, e come imparino presto ad accettare con leggerezza anche la disabilità: "Per i bimbi il deambulatore diventa un triciclo da spingere, la carrozzina del nonno una macchina sportiva, e se per gli anziani i piccoli sono una ventata di gioia, i bambini attingono alla saggezza e all'ironia di chi ormai non ha più fretta". L'educazione intergenerazionale, insomma, potrebbe diventare un modello virtuoso per il futuro in tutta Italia.

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