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A Natale meno porno, ecco quando si riducono le visite ai siti hard

Lo sport, il gossip “regale”, l’iPhone e le festività fanno male all’industria del porno. Di seguito le statistiche e i grafici di PornHub.
A cura di Danilo Massa
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Potrebbe apparire una ricerca del tutto irrilevante, una delle tante che vanno ad elevare la pila degli "studi inutili" candidati all'Ignobel, eppure, al di là del messaggio simpatico che vuol comunicare, la ricerca di PornHub riesce a raccontare più di quanto possa apparire a priva vista. Il sito di statistiche sulle visite mondiali dei siti pornografici ha pubblicato una serie di infografiche che mettono in relazione numero di visite ed eventi di diversa natura. Si va dallo sport alla festività, passando per ricorrenze religiose e fenomeni televisivi.

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Si rileva così che durante la finale di Euro 2012, italiani e spagnoli – le cui squadre si contendevano la coppa – hanno consultato molto meno i siti porno. Precisamente gli iberici del -35%, mentre noi del -40%. Nonostante all'appuntamento con le performer del sesso sia mancata parte importante della componente latina, l'Europa ha fatto registrare complessivamente un +7%: chi non era interessato alla finale si è consolato così. Una passione per il pallone che, comunque, trova il suo corrispettivo Oltreoceano con il Superbowl (-22% in tutti gli Usa).

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A deprimere l'abitudine alla consultazione del porno c'è anche la religione o, forse, i ritmi forzati, l'intensificazione della vita familiare e la riduzione dell'intimità tipiche dei giorni di festa. A Natale, in tutto il mondo, i siti hard devono rinunciare al 22% del traffico. Solo in Giappone il Natale incentiva appetiti sessuali, con il +8% delle visite. Decisamente più rigorosi gli israeliani, che nel giorno dello Yom Kippur rinunciano, per il 45% delle visite, al porno. Di tutt'altra natura un'altra festività, quella del Capodanno, giornata durante la quale il mondo rinuncia ai siti piccanti per il 15% delle visite. Probabilmente un effetto legato alle ore piccole e ad una condivisione comunitaria del tempo che si osserva soprattutto nei paesi "calienti" (Colombia -40%, Brasile -36%, Messico -35%, Italia -31%), oltre che in Germania (-35%) e in Giappone (-30%).

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Per alcuni la tecnologia è una religione, un fatto spirituale che permette di ridurre (o accantonare momentaneamente) le pulsioni sessuali, per altri si tratta di una chiave interpretativa eccessiva. In un caso, come nell'altro accresce l'accessibilità dei contenuti pornografici e i dati di PornHub sembra riescano ad avvalorare entrambe le osservazioni. Quando fu presentato l'iPhone 5 l'Occidente sospese il suo hobby libidinoso, ma quando fu il momento dell'iPad – tablet ideale per la navigazione – negli Usa il traffico ai siti vietati ai minori aumento del 9% (e del 10% nel mondo).

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Anche le notizie di natura politica ed economica hanno un impatto, secondo la ricostruzione di PornHub, sul business del sesso. Quando fu ucciso Osama Bin Laden gli accessi statunitensi a "quei" siti si ridusse del 7%, e sempre -7% in Grecia il giorno in cui fu annunciato l'aggravamento della crisi economica. Passando a notizie tipicamente "british", per seguire i passi solenni della coppia reale nel giorno del matrimonio tra Kate e William gli inglesi dovettero rinunciare a ben il 15% dei propri accessi ai contenuti hard. Insomma, sembra che anche in questo mondo ci sia qualcosa che conta più del porno o che questo occupi gli spazi conquistati dalla noia.

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