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9 scherzi ai prof e situazioni divertenti in classe

A volte la classe complotta tutta insieme, altre volte alcuni coraggiosi si espongono e raggiungono vette di comicità (e anche qualche prof non trattiene la risata).
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A cura di Redazione
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Ci sono quelli che proprio non si dovrebbero fare mai, perché sono “davvero troppo”, e quelli che si possono fare “a volte”, secondo il momento, il modo e le persone coinvolte. In ogni caso lo scherzo al docente rappresenta qualcosa di più di una risata, anche se questa è il motivo principale per cui lo si progetta. Con quello che sembrerebbe solo un gioco (“professo’, ma era solo uno scherzo”) è in realtà qualcosa di travolgente, poiché lo studente di fatto decide la scena al posto del professore. Insomma, sia preso con le molle del caso, ma di fatto l’alunno “prende il potere” per qualche secondo. Non stupisca dunque che il professore poi reagisca in malo modo, agendo direttamente sulla condotta del giovane.

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Tuttavia, in alcuni casi, laddove lo scherzo resti entro certi limiti e il professore abbia deciso di instaurare un rapporto autorevole ma morbido verso una classe matura, lo scherzo può far sorridere tutti. Docente compreso. Elenchiamo di seguito gli scherzi fatti ai professori, alcuni dei quali “si possono fare” e altri che sono “davvero, ma davvero troppo!”. Tutte le foto nel presente articolo sono state scattate dagli alunni che hanno partecipato al contest fotografico Vita da Comix, giunto già all’edizione 2016.

1. “Penne, qualcuno ha delle penne?”

Lo stile gag funziona sempre: una domanda apparentemente innocua, molto “da scuola”, avvia il gioco in un crescendo di ilarità. Si tratta di uno di quegli scherzi che richiede la collaborazione di un “esterno”, il più delle volte lo studente di un’altra classe. È questi a bussare educatamente alla porta e a chiedere con molta cortesia se può rivolgere una domanda alla classe. Al “sì” del docente, l’interrogativo: “Qualcuno ha delle penne?”. La risposta di un altro alunno: “Liscie o rigate?”, ed ecco che spuntano due pacchi di pasta da sotto il banco. L’esterno prenderà entrambe le confezioni, spiegando al professore attonito: “Stamattina non ho fatto colazione”. Uscito di classe, il docente sarà ancora a bocca aperta.

2. Irruzione dell’FBI

Questo è un chiaro esempio di scherzo da evitare, non solo perché in genere si conclude con una sospensione e la perdita dell’anno, ma anche perché il docente può sentirsi seriamente male. Bisogna sempre ricordare che non sappiamo mai qual è lo stato di salute di chi ci troviamo di fronte. Ci limitiamo dunque solo a raccontare il brutto tiro fatto da alcune classi al proprio insegnante, sconsigliandone fortemente l’emulazione.

Durante la lezione, la porta si spalanca in un sol botto ed entrano due-tre giovani incappucciati con un mitra-giocattolo in mano, gridando “Fbi” o “Polizia”. Gli ideatori di questo scherzo hanno avuto almeno il buon gusto di presentarsi come agenti, il che risulta più rassicurante rispetto all’irruzione di un (finto) criminale. A questo punto lo scherzo può proseguire con l’arresto di uno studente complice e una motivazione assurda, come “trafficante internazionale di materiale didattico copiato”.

3. Tornare dalle vacanze senza accorgersene

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Voglia di ricominciare proprio non ce n’è ed il modo migliore per comunicarlo è iniziare la scuola in tenuta da mare. Ciabattine, costume, asciugamano sulla spalla e una paperella gonfiabile accompagneranno il vostro ingresso in classe. Ovviamente bisogna attendere che tutti i compagni siano entrati in aula e che il professore abbia cominciato l’appello: questa accortezza accrescerà la forza della gag. Punto forte: il primo giorno di scuola siamo tutti più buoni e anche i professori vorrebbero tanto essere ancora in ferie.

4. Lavarsi bene

L’igiene è importante, specie in quegli anni in cui gli ormoni impazziscono facendo sudare i ragazzi anche in una cella frigorifera. Con un pretesto molto banale – ad esempio una mano sporca d’inchiostro – uno studente chiede al docente se può uscire per lavarsi. Passano 2-3 minuti e lo stesso ragazzo rientra, con addosso l’accappatoio e sulle labbra una spiegazione: “Scusi prof., mi ero dimenticato lo shampoo”. Presa una bottiglina dal suo banco, lo studente esce di nuovo rassicurando: “Faccio subito”.

5. Prepararsi per il disegno geometrico

Scherzo replicato tante volte in Rete e dal risultato assicurato. Anche in questo caso, come in quello delle penne, si gioca sul doppio significato. Uno studente esterno chiede al docente se può rivolgere una domanda alla classe e, avuto l’assenso, spiega: “mi servirebbe una squadra”. Quattro, cinque alunni – rigorosamente vestiti con divisa sportiva – si alzano gridando “eccoci!” e, correndo sul posto, escono dalla classe. Lo studente esterno ringrazia e chiude la porta. Punto forte: gli alunni coinvolti sono tanti, il che rende generalmente più difficile – o comunque meno efficace – la punizione.

6. Per il compito in classe tenete solo penna, matita e gomma sul banco

Durante i compiti in classe i professori impongono un certo rigore per evitare che gli alunni copino e che foglietti clandestini saltino di banco in banco. Da qui l’ordine perentorio: “Tenete sul banco solo penna, matita e gomma”. Un ordine è un ordine e (a volte) non si discute. Ecco questo studente come ha interpretato le disposizioni del docente.

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7. Io mi rifiuto!

A volte può essere molto difficile dire “no” ad un insegnante. Pensate al momento fatidico che precede l’interrogazione quando il docente, scorrendo il dito sul registro, arriva al vostro nome e vi chiama. Ebbene, ammettere di non aver studiato può non convenire, ma con un gesto eclatante potreste trattare una proroga. Ecco cosa ha pensato questo studente.

8. Troppo studio rende pazzi

Il laboratorio di scienze può essere un momento di svago rispetto alle classiche e noiose ore di lezione. Ciononostante potrebbe anche essere il luogo che ospita un’interrogazione dallo stile vagamente “gotico” tra i profili minacciosi di alambicchi e scheletri. È proprio in quest’ambientazione che la vostra pazzia potrebbe esplodere, portandovi a fare la corte ad uno scheletro…

9. Non ci leverete mai i nostri sogni!

Il professore non dovrebbe essere solanto colui che insegna la materia e valuta la preparazione degli alunni, ma anche l’adulto che aiuta i ragazzi a trovare una strada coltivando i propri sogni anche grazie allo studio. È una vera e propria chiamata alla responsabilità quella che questa studentessa rivolge alla “prof”!

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Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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