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500 anni dalla nascita di san Filippo Neri: cinque cose che forse non sapete su di lui

Esattamente cinque secoli fa nacque l’inventore dell’oratorio, un santo amatissimo dai romani.
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Gigi Proietti nei panni di san Filippo Neri.
Gigi Proietti nei panni di san Filippo Neri.

Protettore dei poveri, amico dei ragazzi, portatore di allegria, prete di strada. Più di un Papa provò a nominarlo cardinale, ricevendo sempre netti ma cortesi rifiuti. Oggi ricorre il cinquecentesimo anniversario della nascita di san Filippo Neri (21 luglio 1515), l’inventore dell’oratorio per i giovani, un “romanaccio” nonostante fosse nato a Firenze, noto anche per la sua frase “state ‘bboni… se potete”. Cinque anni fa la sua storia è stata al centro di una fiction televisiva, in cui il santo veniva interpretato da un magistrale Gigi Proietti. Ecco cinque aneddoti sulla sua vita.

Una prostituta, tale Cesaria, aveva deciso di corrompere la virtù di san Filippo Neri: d’altronde, all’epoca non erano rari gli uomini di Chiesa, anche tra i Papi, che si recavano da donne di malaffare o avevano affari senza prendersi neppure la briga di nasconderlo. Cesaria disse a Filippo che aveva intenzione di cambiare vita, di convertirsi. Lo invitò a casa sua, dove gli saltò letteralmente addosso. Filippo, il quale pensava che “davanti alle tentazioni della carne l’unica soluzione è fuggire”, se la diede a gambe e la prostituta, offesa, gli lanciò addosso uno sgabello.

Un giovane nobile si presentò, un giorno, davanti a Filippo Neri per chiedergli di farsi prete e di entrare nel gruppo di religiosi che gestiva l’oratorio. Filippo gli fece qualche domanda e capì che il giovane non era adatto per diventare sacerdote. A quel punto decise di metterlo alla prova per saggiarne il carattere, che era orgoglioso e ambizioso. Prese una coda di volpe e gli disse: “Attaccatela deitro le tue vesti e fatti un giro per Roma mantenendo un consegno serio.” Il ragazzo si ritenne insultato e gli disse con sdegno: “Non sono venuto a cercare una vergogna o fare delle pazzie!” Serafico, Filippo Neri gli rispose: “La vita religiosa non è per te. Qui non c’è da aspettarsi onori o ricchezze, ma rinunce e mortificazioni.”

Filippo Neri era sdegnato per il fatto che nella capitale della cristianità, Roma, si tenessero annualmente dei bagordi in occasione del carnevale, una festa pagana. Così istituì, nel giorno di giovedì grasso del 1522, il cosiddetto “giro delle sette chiese”, un pellegrinaggio che tutti i buoni cristiani dovevano compiere camminando a piedi tra le chiese più importanti della città: basilica di San Pietro, basilica di San Paolo fuori le mura, basilica di San Giovanni in Laterano, basilica di San Lorenzo, basilica di Santa Maria Maggiore, basilica di Santa Croce in Gerusalemme, basilica di San Sebastiano. Si tratta di una tradizione che si diffuse velocemente in tutta la cristianità e che, in molte regioni, viene rispettata ancora oggi.

Filippo girava spesso per le strade di Roma per chiedere ai ricchi soldi o beni da destinare ai giovani del suo oratorio ed era noto per la sua insistenza. Un giorno un uomo, infastidito per questo suo atteggiamento, gli rispose dandogli uno schiaffo in pieno volto. Il santo non si mosse di un millimetro e gli rispose con il sorriso sulle labbra: “Questo è per me e ve ne ringrazio. Ora datemi qualcosa per i miei ragazzi.”

Gli schiaffi, Filippo Neri qualche volta li prendeva e qualche volta li dava, soprattutto se aveva a che fare con i prepotenti. Un giorno ebbe a che fare con un delinquente temuto da tutti. Gli mollò un ceffone e gli disse, quasi scusandosi: “Questo non è per te, è per il diavolo che sta dentro di te.” Il delinquente si infuriò e si avvicinò al santo per restituirgli pan per focaccia, ma Filippo gli diede un altro schiaffone, dicendogli: “Questo non è per il diavolo, è proprio per te.”

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