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30 anni senza Heinrich Böll, il Nobel che ha raccontato la Germania

Sono passati 30 anni dalla morte del Premio Nobel per la Letteratura Heinrich Böll, scomparso il 16 luglio 1985. Dal rifiuto giovanile del nazismo alla consacrazione letteraria più ambita: nel corso di oltre quarant’anni la voce di Böll ha parlato di guerra, macerie e ricostruzioni, ma anche di emarginazione e superficialità sociale, in romanzi indimenticabili come “Opinioni di un clown”.
A cura di Federica D'Alfonso
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Il 16 luglio 1985 moriva Heinrich Böll, uno degli scrittori più discussi della letteratura del secolo scorso: con i suoi romanzi ha gettato una luce disincantata e profondamente critica sulla politica e la cultura tedesca all'indomani del secondo conflitto mondiale. Forte oppositore del partito nazista fin dai primi anni, la sua opera ha attraversato il periodo più duro dal dopoguerra alla faticosa ricostruzione, una ricostruzione non priva di contraddizioni e spaccature: nelle pagine di opere come "Opinioni di un clown" o "Foto di gruppo con signora" l'ironia amara di un Paese sconfitto, moralmente e storicamente, si unisce all'abilità di creare personaggi "tipo", rappresentativi di questa situazione. Heinrich Böll ha vissuto sempre con estrema ironia le denunce ed il conflitto continuo con la stampa e gli intellettuali tedeschi, gli anni del terrorismo: tutto attraverso una scrittura che lo ha portato al Nobel e al riconoscimento mondiale per aver aiutato la letteratura tedesca a non soffocare sotto un cumulo di macerie, ma a rialzarsi e a raccontare, non senza amarezza certo, quella stessa distruzione.

Germania anno zero

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Macerie, polvere e detriti, questa la Germania di Heinrich Böll: i suoi numerosi romanzi e racconti sono ambientati in una terra devastata dalla guerra, i personaggi tristemente emarginati da una società che non riesce a guardare indietro e che cerca di rimuovere velocemente il passato e le sue rovine. La sua opera è stata per questo definita "Trümmerliteratur", letteratura delle macerie: un perenne confronto con la memoria della guerra, il nazismo e l'Olocausto, e i relativi sensi di colpa che la Germania ha portato con sé anche negli anni Settanta.

Il vero volto della guerra per me fu il bombardamento della città. Quella fu una vera follia. Le donne e i bambini nelle città soffrirono molto, molto di più dei soldati al fronte.

Una sorta di Neorealismo letterario, sia per i temi che per la breve durata: negli anni Cinquanta infatti, la Germania inizia la ricostruzione e toglie di mezzo le macerie, ma Böll è sempre lì. Nonostante la breve durata, la "Trümmerliteratur" è riconosciuta come un momento fondamentale della cultura tedesca della seconda metà del Novecento, in quanto ha posto le basi per una rinascita culturale e per la formazione di una nuova generazione di intellettuali. Per molti di loro, da Günter Grass a Ingeborg Bachmann, e soprattutto per Heinrich Böll, l'esperienza delle macerie è stata il punto di partenza della propria vicenda letteraria personale.

Berlino, 1945
Berlino, 1945

Opinioni scomode 

Se fin dai primi racconti Böll appare come una voce di denuncia forte, è con l'opera del 1963, "Opinioni di un clown", che egli sistematizza e rende esplicito il proprio sguardo disilluso nei confronti di una società che, pur impegnandosi a ricostruirsi, non riesce a fare i conti con un rimosso storico e intellettuale che l'ha caratterizzata per lungo tempo.

Se la nostra epoca dovesse meritare un nome, dovrebbe chiamarsi l’epoca della prostituzione. La gente si abitua a un vocabolario da puttane. Una volta incontrai Sommerwild dopo una di queste discussioni: "Può l’arte moderna essere religiosa?" e mi domandò, "Sono stato bravo? Le sono piaciuto?". Alla lettera le stesse domande che una prostituta fa al suo cliente che si congeda.

"Foto di gruppo con signora" arriva nel '71, e l'anno dopo gli vale il Nobel per la Letteratura che, nella motivazione, gli viene conferito

per la sua scrittura che attraverso la combinazione di una prospettiva ampia sul proprio tempo e l'importante sensibilità nella caratterizzazione dei personaggi ha contribuito alla rinascita della letteratura tedesca.

Attraverso la voce di Leni Gruyten, la protagonista, Böll contrappone una vita marginalizzata in quanto fatta di ideali semplici e valori fortemente sentiti ed autentici ad una società che ai suoi occhi è una massa indistinta (il "gruppo" del titolo) e niente più. Ancora una volta, guerra e nazismo sono al centro della narrazione, con ironia e distacco, ma anche con un'eccezionale ricostruzione storica di documenti, tra i quali è possibile leggere gli atti del processo di Norimberga.

L'onore perduto della società tedesca

Nella Germania degli anni Settanta un suo articolo pubblicato su "Der Spiegel", nel quale criticava sia il modo con cui la stampa di destra e in particolare il quotidiano Bild si rapportava al terrorismo, nonché la politica repressiva del governo, gli attirarono contro campagne calunniose della stampa stessa, che lo bollava come comunista amico dei terroristi. Nel 1974 fu pubblicato il libro di Böll ora più conosciuto, "L'onore perduto di Katharina Blum", tradotto in più di trenta lingue, trasposto in film da Volker Schlöndorff e venduto in circa sei milioni di copie solo in Germania, fino al 2007. "L'onore perduto di Katharina Blum o come la violenza può svilupparsi e dove può portare", questo il titolo completo. La violenza in questo caso è quella dei giornali: la denuncia di Böll arriva a toccare l'atteggiamento sensazionalistico tipico dei giornali scandalistici del periodo, ingigantito dal clima di terrore che si crea dopo i primi attentati rivendicati dalla "Rote Armee Fraktion". La protagonista del racconto è Katharina Blum, una semplice cameriera la cui unica colpa è quella di essersi innamorata di un rapinatore. In quattro giorni, dall'incontro al delitto, la vita di Katharina viene indagata nei minimi dettagli, stravolta, deformata e resa pubblica. Lo stile documentaristico e poliziesco crea un parallelismo surreale con la realtà del tempo: per la creazione della rivista "Die Zeitung" nominata nel romanzo, Böll si è ispirato dichiaratamente al giornale tedesco "Bild-Zeitung". In una nota introduttiva al racconto su Katharina, Böll dichiarava:

I personaggi e l'azione di questo racconto sono completamente fittizi. Nel caso in cui nella rappresentazione di certe pratiche giornalistiche dovessero essere riscontrate somiglianze con le pratiche della Bild-Zeitung, queste somiglianze non sono né volute né casuali, bensì inevitabili.

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