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25 anni fa moriva Roald Dahl, lo scrittore che ha raccontato l’avventura di essere bambini

Scomparso il 23 novembre 1990, lo scrittore inglese Roald Dahl ha inventato mondi e storie che hanno fatto sognare i bambini, ma anche gli adulti, di tutto il mondo. Storie come “La fabbrica di cioccolato” o “James e la pesca gigante” hanno insegnato a chi l’aveva dimenticato, l’avventura di essere bambini.
A cura di Federica D'Alfonso
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Roald Dahl è un autore di libri per bambini che attraverso le sue storie è riuscito ad esplorare nel modo più genuino l'infanzia e i suoi misteri. La sua fama è legata a favole moderne come "James e la pesca gigante", "Le streghe" e "Matilde", nelle quali i bambini sono i protagonisti indiscussi delle loro avventure. "La fabbrica di cioccolato", altro suo capolavoro, è divenuto un vero e proprio cult grazie anche alle produzioni cinematografiche, ma il libro, nella sola traduzione cinese, ha venduto più di due milioni di copie. "Matilde" invece, solo in Inghilterra, ha venduto cinquecentomila copie nei primi sei mesi e in Italia è alla quindicesima ristampa. Venticinque anni fa moriva questo scrittore che ha saputo inventare sogni per i bambini di tutto il mondo. Il suo lavoro però continua ancora oggi, non soltanto attraverso i libri, ma anche grazie alla "Roald Dahl Foundation": gestita dalla seconda moglie Felicity Dahl, offre sostegni e finanziamenti per l'alfabetizzazione, l'ematologia e la neurologia infantili.

Roald Dahl diverrà scrittore per puro caso. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale si arruola come pilota nella RAF, ma la sua prima missione si conclude con uno schianto al suolo: esce vivo per miracolo. Viene quindi inviato a Washington dai servizi segreti britannici come informatore e consulente di guerra. Ed è qui che per caso scopre la sua vocazione di scrittore. Arriva nel suo ufficio il romanziere Cecil Scott Forester, chiedendo a Roald un resoconto dettagliato delle sue esperienze di guerra: doveva scrivere un racconto per il Saturday Evening Post, e si trattava di far vivere agli americani delle emozioni reali nei confronti di questa guerra che i più sentivano come molto lontana. Roald cercò di parlare, ma non riuscì a spiegarsi. Per non deludere l'illustre ospite si offrì di scrivere la sua storia e di portargliela entro qualche giorno. La sera, a casa si mise al lavoro. Consegnò il plico e non ne seppe più nulla, fino a quando, due settimane dopo, Forester gli fece pervenire in ufficio un assegno di novecento dollari con una nota: lo scritto era così perfetto che lo aveva mandato al giornale senza nemmeno toccarlo e con la firma di Roald Dahl. Il Saturday Evening Post ne fu talmente entusiasta che chiese a Dahl altri racconti.

lo scrittore Roald Dahl con suo figlio
lo scrittore Roald Dahl con suo figlio

Nel 1982 viene pubblicato il primo dei tre maggiori successi dell’autore: "Il GGG". Dahl racconta la storia d'emarginazione di Sophie, un'orfanella rinchiusa in un istituto, e del GGG, un gigante emarginato dalla sua comunità perché vegetariano e alto "solo" sette metri: una storia di amicizia profonda e di profonda saggezza. Una storia «meravibonda, fantelastica», come direbbe il GGG. Dahl sa inventare un linguaggio diverso e significativo, che diventa una sfida aperta al mondo degli adulti, invece così rigido e retorico: come in tutte le storie di questo scrittore gli adulti, quando dimenticano di essere stati anche loro bambini, smettono di comprendere questo mondo straordinario, e disimparano quella lingua.

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È poi la volta del romanzo "Le streghe", pubblicato nel 1983 e ancora di "Matilde", nell'88: le storie cambiano, ma il mondo inventato da Dahl resta sempre lo stesso riconoscibile ad ogni pagina. Lo stesso Dahl nel romanzo Matilda fa parlare la protagonista con parole che descrivono al meglio il suo modo di scrivere racconti:

mi è piaciuto moltissimo. Ha un modo di raccontare che mi fa sentire come se fossi lì, a vedere quello che succede". "Tutti i bravi scrittori ti faranno questo effetto – disse la signora Felpa – e non preoccuparti se c'è qualcosa che non riesci a capire. Abbandonati al suono delle parole, come se fossero musica.

Le favole di Dahl sono sempre un misto di incanto ed inquietudine: non mancano i mostri (o gli adulti) crudeli, esistono streghe cattive in grado di trasformare i bambini in piccoli topolini ma anche pesche giganti che racchiudono un modo. Tim Burton è il regista che meglio ha saputo raccontare in immagini la fantasia di Dahl. Famoso il film d'animazione del '96 tratto da "James e la pesca gigante", ma ancora di più "La fabbrica di cioccolato", del 2005, seconda pellicola ispirata al libro dopo quella del 1971 con Gene Wilder.

Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, Mel Stuart, 1971
Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, Mel Stuart, 1971

Il GGG ha una missione speciale, quella di far sognare i bambini. Mentre di notte i suoi colleghi li rapiscono per papparseli in un sol boccone, il GGG va a passeggio in cerca di sogni: li sente con le sue orecchie, li identifica e li cattura, imprigionandoli magicamente in barattoli con il tappo a vite, che archivia nella sua grotta. Ne conserva a migliaia con etichette precise e, all'occorrenza, conosce il segreto per ridonarli a qualcuno che dorme. Proprio come Dahl, che ha saputo trovare il segreto nascosto per far sognare generazioni di bambini e perché no, anche di adulti.

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