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200 milioni di studenti universitari nel mondo, mai così tanti iscritti nella storia

Mai come oggi tanti giovani al mondo frequentano un’università. Lo sostiene un rapporto dell’Unesco, con prospettive di crescita ancora maggiori. Tra i paesi che investono di più sulla cultura universitaria ci sono gli asiatici, ma gli atenei migliori restano inglesi e americani. L’Italia naviga sotto un preoccupante livello di mediocrità.
A cura di Redazione Cultura
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Più di duecento milioni di persone in tutto il mondo frequentano un'università. Mai come oggi. È quanto emerge dall'ultimo report dell'Unesco, "Towards 2030". Un rapporto di quasi mille pagine, costruito da una cinquantina di persone in tutto il mondo, descrive la situazione dell'istruzione universitaria. Oggi circa il 32% dei giovani tra i 18 e i 24 anni del mondo frequenta un corso di laurea universitario. Nel 1996, invece, la percentuale era ferma al 14.

E le prospettive di crescita sono ancora più alte. Tra otto anni, infatti, sostiene il rapporto, i giovani impegnati all'università cresceranno fino a 260 milioni. È un percorso, quello del sapere di livello superiore, della specializzazione culturale, che la generazione nata negli anni Novanta considera necessario per il successo, o semplicemente per difendersi dalla concorrenza diffusa.

L'Asia punta sull'istruzione universitaria

In Corea del Sud quasi il 70% degli over 30 è laureato. Così come sorprende il dato che riguarda la Malesia, che nel 2020 diventerà la sesta meta preferita per studenti internazionali, mentre in Vietnam nello stesso anni ci saranno 20mila dottorati in più di oggi. Per non tacere dei circa 10 milioni di giovani cinesi che ogni anno si preparano ad affrontare l'esame di ammissione necessario per entrare all'università: dura nove ore in un lasso di due giorni. Insomma, in Asia è stato compreso – e non da oggi – che bisogna puntare sulla cultura superiore, specialistica e con una visione internazionale, per favorire l'ascesa delle economie nazionali.

Ma i migliori atenei al mondo restano americani

Tra le prime dieci università, però, ben sei sono americane. Anche se la prima, Oxford, è inglese. Ma gli otto college americani del'Ivy League restano comunque un dato impressionante. Dato che si sposa, d'altro canto, con il fatto che negli Stati Uniti viene ospitato il maggior numero di studenti di dottorati internazionali, il che produce anche notevoli effetti sulle ricerche più citate che, restano, così made in USA.

Italia, tra eccellenze e problemi strutturali

In Italia, impressiona maggiormente questo dato: i laureati restano il 25,3% della popolazione, tra i 30 e i 34 anni. Mentre l'Università di Trieste resta la più internazionale (è addirittura l'undicesima al mondo). In generale, però, l'Italia attrae pochi studenti stranieri.

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