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11 Settembre, Obama annuncia: “Stiamo valutando di desegretare il dossier”

Il Presidente Usa ha annunciato la prossima pubblicazione delle famose 28 pagine dove si sospetta possano esserci tracce del ruolo dell’Arabia Saudita negli attentati. Obama però ha ribadito il su veto sula legge che periterebbe alle famigli delle vittime di far causa ai paesi stranieri.
A cura di Antonio Palma
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"L'intelligence sta rivalutando un dossier segreto sugli attentati dell'11 settembre e sta prendendo in considerazione di desegretare i documenti", l'annuncio da parte del Presidente degli Stati Uniti  Barack Obama è arrivato a sorpresa, dopo settimane di polemiche, proprio nel giorno della partenza per il suo viaggio in Arabia Saudita. Il paese arabo infatti secondo molti esperti sarebbe citato nel dossier a proposito di collegamenti finanziari diretti con Al Qaeda. Si tratta delle ormai famose 28 pagine mai diffuse prima e dove si sospetta possano esserci tracce del ruolo dell'Arabia Saudita negli attentati. "Ho un'idea di cosa ci sia scritto" ha rivelato Obama in un'intervista rilasciata alla Cbs, spiegando però che "l'intelligence, guidata da Jim Clapper, ha dovuto assicurarsi che le informazioni, una volta rilasciate, non compromettessero la sicurezza del paese". "Credo che Clapper abbia quasi finito questo lavoro" ha sottolineato poi Obama facendo capire che si è prossimi alla diffusione del testo anche se con gli omissis del caso.

Del resto lo stesso Obama nel corso dell'intervista ha ribadito di essere contrario al cosiddetto Justice Against Sponsors of Terrorism Act Bill, il provvedimento legislativo che consentirebbe ai familiari delle vittime dell'11 settembre 2001 di portare avanti azioni legali contro paesi sospettati di aver sostenuto gli attacchi come appunto l'Arabia Saudita. "Se dessimo questa possibilità anche gli Stati Uniti potrebbero essere citati in giudizio in altri paesi", ha spiegato il presidente, che già aveva annunciato il suo veto sulla legge che aveva raccolto sostegno sia tra i Repubblicani, sia tra i Democratici.

Il provvedimento era stato già criticato apertamente proprio dalle autorità di Riyad alla vigilia della visita di Obama con velate minacce finanziare di vendere tutti i titoli di stato americani in caso di approvazione: circa 750 miliardi di dollari di investimenti. "Un Paese con un'economia moderna ed ampia come l'Arabia Saudita non avrebbe benefici da un mercato finanziario globale destabilizzato, come non ne avrebbero gli Stati Uniti" aveva replicato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, invitando le autorità saudite alla cautela. Il tema comunque non dovrebbe essere al centro dei colloqui tra Barack  Obama e il re Salman, che invece parleranno del nucleare dell'Iran, della lotta allo Stato Islamico e della Siria.

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